

Sono nato a Roma dove ancora vivo e lavoro. Ho avvicinato la fotografia durante l'università laureandomi in comunicazione con una tesi sul foto-giornalismo di Sebastiao Salgado. Dopo gli studi ho cominciato i primi lavori fotografici da freelance, ricordo con particolare affetto il mondo del pugilato, sport popolare ed espressione di inclusione e riscatto sociale, ma sono arrivato tardi all'idea di poter essere davvero e soltanto un fotografo. L'ho presa alla larga dedicandomi per un decennio circa ai lavori più disparati. Ho portato pizze, venduto contratti telefonici, ho fatto il postino, l'imbianchino, il cameriere. Ho lavorato nella logistica e nell'agricoltura. Negli ultimi anni ho lavorato all'interno di una onlus che ospita minori stranieri non accompagnati, è da questa esperienza che è nato l'interessamento alla tematica dell'immigrazione. Nel 2017 ho frequentato il master in foto-giornalismo contemporaneo di Officine Fotografiche con Emiliano Mancuso, da lì in poi ho scelto di non fare altro mestiere che il fotografo. Sulla questione dell'accoglienza dei migranti in Italia un mio lavoro fotografico è stato esposto in varie occasioni e il documentario breve che ho girato "Convivenza" è stato selezionato al festival Pensare Migrante di Roma, al Cefalù film festival, al Murmat film festival ed al Laceno d'Oro. Recentemente mi sono dedicato ad un progetto sul tema dei e delle quarantenni che non andranno mai in pensione, Quota Zero, una testimonianza corale e generazionale di testi e fotografie che raccontano il nostro complesso rapporto con il tempo e con il futuro.